Sviluppare un sito web

Stai valutando di creare il tuo sito web, o di aggiornare quello che hai, e ti stai muovendo fra tante informazioni talvolta poco chiare. Qui proveremo a mettere a posto tutti i tasselli del puzzle affinché abbia chiaro a che genere di impegno stai andando incontro nell’immediato ed in prospettiva.
Solo in Italia ci sono tre milioni e mezzo di domini .it registrati e 28.000 agenzie digitali (1 ogni 2.140 abitanti, quasi tutte al Nord) che operano nel settore ancora poco regolamentato del web marketing. Con questi numeri è facile avvertire una certa confusione. E allora cominciamo con una domanda, tanto per inquadrare il campo di gioco.

Perché avere un sito internet: motivi ed obiettivi

Può sembrare scontato eppure non sempre si ha chiara la risposta. Dopo tante interazioni avute con prospect e clienti, abbiamo scoperto un frequente vuoto tra aspettative e risultati che cercheremo in parte di colmare nelle prossime righe. Diciamo subito che un sito web non genera un immediato aumento di fatturato e che l’aumento, quando c’è, non avviene in modo automatico. E aggiungiamo ancora che, se non nasce da un progetto e non è sostenuto da aggiornamento costante, rischia di essere più uno spreco che un investimento.
Soddisfatte queste condizioni, e le altre cui accenneremo dopo, il sito ti servirà a far conoscere la tua impresa, in una parola ad “esserci” nello spazio infinito del mercato digitale. Anche grazie all’aiuto di un professionista, dovrai valutare quanto corrispondano realtà e aspettative, chiarire quali sono i tuoi obiettivi e, last but not least, decidere se il sito è lo strumento più idoneo per raggiungere i risultati che ti prefiggi.

Insieme di cubi neri con bersaglio disegnato ed un cubo arancione con freccia conficcata al centro del bersaglio.

Esatto. Non sempre un sito internet è la panacea di tutti i mali o il passe-partout per valorizzare il tuo marchio. Se, ad esempio, stai organizzando un concerto che si terrà fra 6 mesi, non ha senso investire grandi risorse in un sito web visto che, superato l’evento, presumibilmente non servirà più a niente.
E ancora. Per un’impresa locale che non vende online, avere un sito web gioca un ruolo marginale. Sono altre le soluzioni digitali capaci di aiutare ad intercettare potenziali clienti in maniera utile e veloce.

Quanto tempo occorre per realizzare un sito web?

Dipende. Non ci sono ricette magiche o risposte che valgano per tutti: si va da pochi giorni a qualche mese. Perché durate così tanto diverse?

Un sito-vetrina nasce con l’intento di presentare ad esempio gli aspetti qualificanti di un professionista. Per questo motivo ha una struttura snella ed una quantità di informazioni condensata in poche pagine. L’obiettivo, purché ci si renda individuabili dagli utenti, è quello di fornire le informazioni necessarie capaci di trasmettere fiducia al potenziale cliente, motivandolo a stabilire un contatto.

Un sito e-commerce che vende molti prodotti deve gestire un differente flusso di informazioni prima, durante e dopo il processo d’acquisto. Per queste ragioni la progettualità, le figure coinvolte e lo sviluppo richiedono tempistiche più lunghe.

I fattori che determinano i tempi di sviluppo di un sito web possono dipendere da te e dall’agenzia a cui fai riferimento.

Fattori che dipendono da te (endogeni):

  • il tempo che hai a disposizione prima della pubblicazione online;
  • le energie che sei disposto ad investirci;
  • il materiale che già possiedi (e che si auspica vada bene) come nome a dominio, logo, foto, testi etc…
  • il numero di revisioni che farai in corso d’opera;
  • il tempo che impieghi per realizzare il materiale necessario;
  • i tempi di risposta ai vari input da parte dell’agenzia.

Fattori che dipendono dall’agenzia e non solo (esogeni):

  • quanti professionisti lavoreranno al progetto;
  • quanto materiale dovranno produrre tra foto, testi, documenti legali etc..
  • gli interventi da fare prima e dopo: prima serve un logo e dopo potrebbe essere utile una newsletter che sarebbe meglio cominciare a scrivere già durante lo sviluppo del progetto;
  • le tecnologie scelte per lo sviluppo;
  • la durata della fase di testing prima della messa online;
  • i tempi tecnici di terze parti.

Per queste ragioni, ma non solo, è importante avere modo e tempo di confrontarsi per discutere insieme i motivi che spingono all’azione e gli obiettivi che ci si prefigura, e per trovare la soluzione più funzionale al raggiungimento degli obiettivi.

Chi crea siti web

Hai più di una possibilità:

  • Fai da te
    Crearsi un sito web oggi è possibile soprattutto attraverso piattaforme come WordPress che permettono con un impegno minimo di realizzarlo. Se hai un minimo di competenze (se parti da 0 non preoccuparti, esistono tante guide attraverso le quali gratuitamente potrai iniziare a muovere i primi passi in autonomia) e vuoi cimentarti, mettiti alla prova. Il cammino potrà essere accidentato all’inizio ma preventivando tempo e pazienza, nel lungo periodo potresti raccogliere soddisfazioni. Ti suggerisco di avviarti con qualcosa di piccolo e non impattante su un business magari già rodato, come l’azienda di famiglia, per esempio. Il tempo è sempre un costo da considerare, anche quando è il tuo.
  • Website builder
    Esistono anche soluzioni che ti permettono di crearti un sito da zero, e non importa se pensi che il termine HTML potrebbe essere un’offesa nascosta oppure un progetto top secret della Nasa. Puoi optare per soluzioni che ti permettono di creare un sito web gratis come Google sites oppure soluzioni a canone mensile con funzionalità aggiuntive che – al netto di promozioni per il primo anno – partono da un costo all’incirca di 15€ come Wix, Flazio o GoDaddy. Se hai in mente di creare un e-commerce a basso impatto, puoi dare un ‘occhiata a Shopify che, a partire da circa 30€ al mese, ti permette di creare il tuo store online. L’interfaccia è solitamente intuitiva ed i costi sono spalmati nel tempo sotto forma di abbonamento mensile o annuale. Con un piccolo investimento puoi avere il tuo dominio ed il tuo spazio con alcune limitazioni, ma se interrompi l’abbonamento, ipso facto ti ritrovi a non avere più niente nelle mani.
  • Freelance e team multidisciplinari
    Un libero professionista ha competenze specifiche e coopera con altri colleghi, ciascuno specializzato in un determinato settore. Tra poco vedremo insieme un elenco delle figure che possono intervenire nel processo di sviluppo. Il risultato sarà una soluzione “su misura” capace di soddisfare le specifiche esigenze del tuo progetto. I tempi ovviamente si allungano rispetto a pacchetti già pronti e sono commisurati a personalizzazione e funzionalità. In questa dimensione, specializzata ma più snella rispetto a grandi realtà, rientra Ingigni con le diverse figure che intervengono in base agli obiettivi del singolo progetto. Anche in questo caso, in base alla tua propensione verso questi strumenti, potrai ottenere il tuo sito web in più o meno tempo.
  • Agenzia full service
    Un’azienda strutturata ha in genere al suo interno dei team specifici in grado di rispondere alle diverse esigenze di un progetto con buona reattività quando le figure cooperano gomito a gomito; sopporta costi fissi maggiori ed anche in questo caso il tempo di realizzazione può andare da qualche settimana a diversi mesi in base alla dimensione del progetto. Solitamente il referente è una figura unica che funge da anello di congiunzione tra cliente ed il team di sviluppo.

Quali figure intervengono in un sito web?

Dipende dalla dimensione del progetto, dal livello di accuratezza e di profondità che gli si vuol dare. Questo aspetto è poco noto ma utilissimo per capire quanto può essere articolata la realizzazione di un progetto. Eccone alcuni:

  • art director;
  • copywriter;
  • data analyst;
  • DB administrator;
  • esperto in conversion rate optimization;
  • esperto in informatica giuridica;
  • fotografo;
  • illustratore;
  • project manager;
  • seo specialist;
  • sviluppatore front-end / back-end;
  • user experience designer;
  • user experience writer;
  • user interface designer;
  • video maker;
  • web architect;
  • web security expert.

La rapida digitalizzazione, l’elevata competizione e le richieste di un pubblico sempre più esigente stanno determinando l’estinzione del “one man band”.

Quanto costa un sito web professionale

Qui giocano un ruolo fondamentale variabili dirette ed indirette. Vediamo di fare una sintesi tra costi fissi e costi variabili.

I costi fissi:

  • Nome a dominio. È l’indirizzo virtuale della tua attività con un’estensione che cambia in relazione al mercato a cui ti rivolgi. Ad esempio, userai il .it se il tuo mercato è italiano, il .org se sei un’organizzazione. Ogni estensione ha il suo costo: il .com (la più diffusa al mondo, abbreviazione di commercial) può costare dai 10 ai 30 euro all’anno, al netto di eventuali promozioni. Oltre alle estensioni più diffuse come “.net”, “.eu”, “.info”, numerose sono le gTLD (domini di primo livello generico) che negli ultimi anni si sono affacciate nel web, creando ramificazioni sempre più specifiche. Dal “.casa” al “.build” per il settore immobiliare, al “.travel” per i viaggi fino ai “.online” o “.tech” per le attività in rete e le nuove tecnologie. Il costo per il solo mantenimento del dominio può arrivare a superare i 150€ all’anno.
  • Servizio di hosting. Hosting viene dall’inglese “host” (“ospitare”) e rappresenta lo spazio virtuale in cui sono custoditi i files del tuo sito. Uno spazio che hai preso in affitto e che, ogni anno, ti costerà da 30 a diverse centinaia di euro; sarai tu a decidere la spesa in base alle risorse che ritieni di dover impiegare. Certo, più è il materiale all’interno del sito e maggiore è il traffico da gestire, maggiori saranno le spese, fino ad arrivare a quelle per i server dedicati.
  • Tema e componenti di terze parti. Con il proliferare delle piattaforme precompilate (WordPress, Joomla, PrestaShop, Drupal etc..) si è reso necessario l’acquisto del tema, che è una sorta di prefabbricato da personalizzare, e dei componenti di terze parti, una specie di accessori per l’ufficio, che servono ad arricchire le funzionalità del tema. Il costo di un tema può arrivare a 100 euro solitamente da pagare una volta sola, mentre i plugin possono essere gratuiti o costare diverse centinaia di euro, una tantum o con rinnovo.
  • Privacy policy, Cookie policy e Condizioni generali di vendita. A partire dal 10 gennaio 2022 si applicano le nuove regole in materia di GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) ed ogni sito web è tenuto a rispettarle, pena sanzioni salatissime. Mentre le prime due sono obbligatorie per qualsiasi sito web, l’ultima è indispensabile solo per i siti di e-commerce. Per farvi fronte, si possono adottare soluzioni standardizzate con pagamento mensile a partire da una decina di euro oppure ci si può rivolgere ad un avvocato esperto in materia, soluzione che abbiamo adottato per Ingigni.

I costi variabili:

  • Design e sviluppo. Questo aspetto incide molto. La progressiva commoditizzazione (dall’inglese “commodity”, cioè bene primario facilmente reperibile) ha portato ad una drastica riduzione dell’intervento umano a favore di una maggiore velocità nei processi produttivi. Per questa ragione si incontrano spesso siti standardizzati che ti fanno subito pensare ad un noioso copia-incolla. Con l’ingresso sempre più pervasivo dell’intelligenza artificiale, è facile prevedere che si approfondirà il solco fra siti “pronti all’uso” e siti personalizzati, e che aumenteranno anche le differenze di costi e qualità fra le due offerte.
  • Sicurezza. Sull’argomento esistono almeno due scuole di pensiero: una raccomanda di controllare periodicamente il sito internet per poter intervenire subito in caso di necessità; l’altra invece ritiene di dover intervenire solo quando si presenta il problema. È la doppia logica secondo cui, parlando di salute, si privilegia la prevenzione o si aspetta il sintomo per attivare la cura.Difficile stabilire quale delle due vie sia la migliore. Si può sopravvivere mesi senza problemi o si può incappare in situazioni che, senza misure preventive, causano danni tali da richiedere investimenti più corposi di quello iniziale, per rifare sostanzialmente tutto, senza contare le possibili implicazioni legali.
    Anche qui è bene approfondire quali sono i rischi e ponderare quale filosofia sposare: spendere poco ma in continuazione per evitare di pagare fatture pesanti (è la scelta che abbiamo fatto in Ingigni) oppure affidarsi alla sorte e risparmiare fino a quando fila tutto liscio.
  • Diffusione. È una visione miope quella secondo cui, una volta online, il sito web va autonomamente ed è produttivo dal giorno dopo. Può capitare ma è cosa rarissima.Bisogna invece capire che il sito web non è una realizzazione fine a sé, non è un punto di arrivo ma è un punto di partenza, sempre che prima abbia definito chi vuoi essere e a chi ti rivolgi.
    Fatto il sito, bisogna che gli utenti sappiano come arrivarci. Mi servirò di un’immagine per spiegare che cosa intendo dire.Hai costruito il tuo “negozio” su un terreno libero, purtroppo lontano dal centro, in una zona che sta nascendo adesso e che non ha ancora le strade.
    Al tuo negozio hanno lavorato l’architetto, gli impiantisti, il piastrellista, l’arredatore…però nessuno sa che il tuo negozio esiste. Allora bisogna farlo sapere alla gente, bisogna costruire strade e mettere cartelli che lo rendano raggiungibile.Fuor di metafora, bisogna adottare sistemi che facciano emergere il tuo sito da quell’immenso indistinto che è il web. Allo scopo provvede la SEO (Search Engine Optimization) che individua i percorsi organici idonei ad accompagnare gli utenti al tuo sito tramite i motori di ricerca. Un esperto SEO si occupa di analizzare il posizionamento dei tuoi concorrenti, individua le parole-chiave e l’intento di ricerca, ottimizza, monitora i risultati…e se occorre, migliora o addrizza la strategia. In questo articolo potrai leggere, nello specifico, una focalizzazione sul ruolo del consulente SEO. Così, tornando all’immagine del negozio, la tua attività avrà sempre più strade che lo collegano al centro.In alternativa (soluzione che può essere complementare) puoi ricorrere alla SEA (Search Engine Advertising – Google Ads e Facebook Ads, giusto per capirci citando due soluzioni note) che è una strategia di marketing per intercettare velocemente i tuoi potenziali clienti.
    Però, come tutte le cose fatte in fretta, non ha radici. Tornando all’immagine, è un po’ come collegarti al centro affittando un ponte mobile. Finché paghi per tenerlo su c’è comunicazione fra te e il tuo centro, ma appena interrompi i pagamenti, gli operai rimuovono il ponte e da un giorno all’altro rimani senza “strade” (sono esclusi dalla metafora coloro i quali grazie all’advertising saranno divenuti nel frattempo clienti i quali – se fidelizzati – torneranno lo stesso grazie a relazioni instaurate oltre il digitale). Di nuovo, come all’inizio, il tuo sito si ritroverà isolato in un luogo che non è indicato su nessuna mappa.Esistono anche altri modi per farsi trovare:

    • “ambasciatori” come gli stakeholders;
    • email marketing;
    • funnel di vendita;
    • passaparola;
    • PR;
    • recensioni;
    • social network.

Avere queste informazioni, permette di valutare a quali oneri ed onori si va incontro. È compito del professionista applicare, diciamo così, la ricetta che meglio armonizza ingredienti e cottura affinché il tutto risulti gradevole al palato. Qualora desiderassi saperne di più sul tema, in questo nostro articolo siamo scesi maggiormente nel dettaglio circa cosa sia necessario sapere e come poter valutare un preventivo per la realizzazione di un sito web di e-commerce.
Un piccolo bonus: alla casa al mare, in montagna o in città, da quanto tempo non ci vai? Immagina di mancare da mesi o da qualche anno… Solo il pensiero di che cosa troveresti quanto a polvere e ragnatele ti fa passare la voglia di passarci il prossimo weekend. Per Google è lo stesso.

Interno di una casa abbandonata, sporca, una coperta ed altri oggetti rotti per terra e pareti scrostate.

Ti dirò una cosa forte: se vuoi farti conoscere attraverso il sito e pensi che lavorerà per te andando avanti da solo, o che al massimo basterà spenderci un centinaio di euro all’anno… beh, in questo caso, permettimi un consiglio spassionato, lascia perdere. Un sito, per guadagnare fiducia ed autorevolezza, ha bisogno di mesi o addirittura di alcuni anni prima di andare a regime, sempre che nel frattempo gli si riservino le attenzioni di cui ha bisogno.
In sostanza, il sito deve presentarsi come un organismo vivo e reattivo agli occhi del motore di ricerca, in ordine e continuamente aggiornato. Google, per riprendere l’immagine che abbiamo usato prima, non manderebbe mai nessuno in una casa con le ragnatele. Ci perderebbe la faccia e ne andrebbe del pilastro su cui è saldamente arroccato: la fiducia degli utenti nelle sue informazioni esatte.

CMS open source vs CMS proprietari vs Soluzioni Custom

Paroloni strani? Smontiamoli insieme.
Avrai sentito parlare di siti statici e siti dinamici. Bene.
Un CMS (Content Management System) è un sito dinamico basato su una piattaforma come, ad esempio, WordPress; il 43% dei siti presenti in tutta la rete Internet è basato su WordPress. WordPress, come gli altri CMS, ha un’interfaccia che permette anche al proprietario del sito, se opportunamente formato, di intervenire direttamente per modificare i contenuti, evitando così la spesa per il programmatore o per l’azienda.

Per contro, l’adozione di un sistema preconfezionato come questo implica il rischio che al suo interno ci sia un’eccessiva quantità di informazioni che appesantisce il lavoro del server e fa diminuire le prestazioni.

Un CMS proprietario è un’arma a doppio taglio. Nella fase iniziale scorre tutto liscio come l’olio: è facile da realizzare, si configura velocemente ed ha costi solitamente accessibili. Ma se decidi di interrompere l’abbonamento, allora cominciano i problemi: scopri di non possedere nulla o quasi; se sei fortunato, il dominio è intestato a te ma lo spazio in cui risiede la tua storia imprenditoriale non ti appartiene. In sostanza, il sito non è tuo e devi sperare di riuscire a recuperare i contenuti.

Un sito web ad hoc, o “Soluzione Custom”, è invece completamente personalizzato, più leggero – cosa che Google apprezza molto – e dalle prestazioni migliori. Il rovescio della medaglia è che, ogni volta che vorrai apportare una modifica, il “fai da te” potrebbe non essere possibile e sarà necessario l’intervento del professionista.

Quanto costa ogni anno mantenere attivo un sito internet?

Ribaltiamo per un attimo la domanda: come vuoi gestire il tuo sito web? Mi spiego meglio. Una volta che il sito è online, con poche decine di euro all’anno puoi mantenere l’hosting attivo e rimanere nel possesso del nome a dominio.
Chiaramente restano fuori aspetti fortemente qualificanti:

  • eventuale certificato SSL a pagamento;
  • backup automatizzati con una certa frequenza (a seconda dei piani);
  • l’eventuale aumento dello spazio per hosting e le caselle email personalizzate;
  • eventuali aggiornamenti normativi da parte del garante che comportano aggiornamenti alla documentazione legale (privacy policy, cookie policy e condizioni di vendita);
  • manutenzione ordinaria (aggiornamento periodico del tema per la sicurezza e la funzionalità);
  • aggiornamento dei contenuti (prezzi, foto, descrizioni etc.…);
  • creazione di articoli per il blog;
  • ripristino in caso di attacchi o malfunzionamenti non dipendenti dall’agenzia.

Fatte queste considerazioni, ripeto la mia domanda di qualche riga fa: come vuoi gestire il tuo sito web? Se desideri limitare al massimo le spese ed hai tempo (tanto) e competenze per amministrarlo e valorizzarlo, i costi sono davvero bassi. Con meno di 50€ all’anno puoi individuare piani di base con tutto l’essenziale. Puoi optare per hosting italiani tra i quali ti suggeriamo di dare un’occhiata alle offerte di Serverplan, Flamenetworks, Vhosting, Aruba.

Ma se vuoi una soluzione stabile, funzionale e funzionante, i costi lievitano in proporzione al livello di sicurezza, alla frequenza di controllo/aggiornamento e alle energie che scegli di investire nella sua diffusione.
Proprio grazie alla moltitudine di soluzioni presenti è possibile strutturare piani personalizzati in grado di individuare un perfetto bilanciamento tra ciò che è necessario e ciò che si è in grado di sostenere.

Il sito web e oltre, un delicato equilibrio

A monte di qualunque cosa realizzata (un sito, un ponte, un software o una casa) c’è un progetto. In ogni progetto ci sono tre elementi fondamentali:
a) l’obiettivo: che cosa si vuole fare e come si vuole farlo;
b) il tempo: quanto deve durare l’impegno per raggiungere l’obiettivo;
c) il costo: quali e quante sono le risorse necessarie.
Queste tre variabili sono interdipendenti e definiscono i limiti in cui ci si può muovere per realizzare un progetto. Una rappresentazione grafica efficace è quella del triangolo, in cui ogni lato rappresenta un vincolo di progetto e nessun vincolo può essere modificato senza modificare proporzionalmente gli altri due, pena la disarticolazione del progetto stesso.

Rappresentazione di un triangolo arancione, blu e nero con 3 voci: tempo, costo e obiettivo.

Le limitazioni dei tre elementi dovrebbero essere sempre reciprocamente equilibrate, altrimenti si avranno risultati indesiderati. Così, ad esempio, se si vorranno tagliare i costi o abbreviare i tempi, a soffrire sarà la qualità; se si vorrà mantenere buona la qualità ma abbreviare la durata, il costo virerà verso l’alto. Insomma, una saggia pianificazione dovrà armonizzare il costo mantenendo la buona qualità del progetto da realizzare in un tempo ragionevolmente sufficiente.

Come misurare il valore

Siamo soliti attribuire valore ad un prodotto o servizio in base al suo prezzo: più il prezzo è alto, più il prodotto/servizio vale. Qui le percezioni possono giocare brutti scherzi, talvolta. Ora, se è abbastanza semplice stabilire il prezzo tenendo conto dei costi e del margine di profitto che si vuole ottenere, per misurare il valore, la stima è più complessa perché è connessa ai risultati che l’investimento è in grado produrre generando traffico e conversioni.

Nel nostro caso, semplificando all’osso, il tuo sito ha tanto più valore quanti più sono i visitatori che ti raggiungono e decidono di mettersi in contatto con te. Come abbiamo avuto modo di condividere poco fa, è importante veicolare traffico qualificato verso il tuo sito internet una volta creata la piattaforma.

Il sito verrà visitato o rimarrà una cattedrale nel deserto digitale? Gli utenti che arrivano sul sito hanno buone probabilità di passare da utenti a clienti o sono solo dei visitatori occasionali? Chi atterra sul sito da cosa è attratto maggiormente? Quanto tempo dedica a ciò che racconti?

Qui entra in gioco l’importanza delle statistiche. Quando spendi per la creazione del tuo sito, è tuo diritto che ti vengano configurati e consegnati i dati di accesso alle statistiche. In questo modo potrai periodicamente controllare, o far controllare da un addetto ai lavori, quanto traffico genera il tuo sito, e quindi sapere in tempo reale che cosa funziona e che cosa invece ha bisogno di una revisione o di una correzione. Non è strano: non c’è niente di definitivo e tutto può essere migliorato.

Concludendo

Se n’è fatta di strada, ma quella che abbiamo davanti è talmente lunga che non possiamo misurarla.
Il CERN di Ginevra pubblicò il primo sito internet il 6 agosto 1991; due anni dopo rese disponibile la tecnologia World Wide Web a livello globale. Google è nato nel 1998, Wikipedia nel 2001, YouTube nel 2005 e Pinterest nel 2010.
Nel 2023 oltre cinque miliardi di persone, cioè il 64,4% della popolazione mondiale, hanno accesso ad Internet e forse si supererà il traguardo di 2 miliardi di siti, l’80% dei quali inattivi.

Si può pensare che in un futuro non troppo lontano chi oggi opera su CMS sarà sostituito da sistemi automatizzati sempre più performanti. Intelligenza artificiale, realtà aumentata, chatbot ed assistenti vocali stanno guadagnando sempre più spazio nella vita di tutti i giorni e stanno modificando gli stessi comportamenti degli utenti.

Se questo è il panorama, puoi comprendere quanto sia necessario scegliersi una nicchia di mercato e cercare di emergere, differenziandosi dai competitor e muovendosi secondo una progettualità di medio-lungo respiro. È necessario credere in ciò che si fa, essere costanti e coerenti per costruirsi una presenza digitale capace di attrarre l’attenzione, anticipare quante più obiezioni e generare fiducia. Sulla necessità di scegliersi una nicchia rinunciando di “rivolgersi a tutti” (tutti chi?), ci vide lungo diversi secoli fa lo storico cristiano e teologo Beda il Venerabile che scrisse: “È inutile gettare la rete davanti agli occhi dei pennuti”. Giusto, perché la rete funziona con i pesci.

L’attenzione da avere per creare solide basi è tanta e su molteplici aspetti. Ascolta, chiedi approfondimenti e se vuoi conoscere il nostro punto di vista, basta chiedere, sarà per noi un piacere ascoltarti senza impegno. La filosofia che ispira Ingigni è infondere consapevolezza.