E-commerce:
definizione, significato ed esempi

Il termine e-commerce, abbreviazione di electronic commerce, è l’attività fatta di transazioni e scambi di beni e/o servizi tramite l’utilizzo della rete internet.

A livello mondiale, è un mercato in crescita costante che oggi muove circa 6 trilioni di dollari all’anno, come certificato da Forbes. E-commerce è sinonimo di shopping online, ma comprende altre attività come ad esempio l’acquisto di biglietti online, l’internet banking e le aste online.
Alla base c’è il sistema EDI, acronimo di Electronic Data Interchange, che consente l’interscambio di dati fra sistemi informativi in un formato definito e attraverso un canale dedicato. Come spesso accade, anche per EDI c’è un’intuizione geniale all’inizio, applicazioni via via più complesse fino ad arrivare all’uso che se ne fa nel presente. E allora ecco una brevissima retrospettiva.
Siamo a Berlino Ovest, 1948. Il sergente capo dell’esercito americano, Ed Guilbert, deve provvedere agli aiuti alimentari alla città. La quantità da approvvigionare è ingentissima: in 12 mesi il team logistico sganciò su Berlino oltre 2 milioni di tonnellate di merci. Questo fu possibile anche grazie alla forma di comunicazione elettronica che Guilbert sviluppò tra le catene di approvvigionamento e spedizione attraverso un protocollo chiamato appunto EDI.
Dopo di allora ci vollero trent’anni perché questo sistema fosse perfezionato e aprisse la strada a sviluppi più innovativi come le API (Application Programming Interface).
L’11 agosto 1994 avviene la prima vera transazione di ecommerce. Dan Kohn, un ventunenne laureato in economia, vendette un CD di Sting ad un amico che si trovava a 500 km di distanza. L’amico di Dan, Phil Brandenburger, fece l’ordine con una macchina Unix caricata con un browser web chiamato XMosaic. Il completamento del processo d’acquisto fu un po’ difficoltoso però alla fine, grazie ai progressi nella crittografia PGP e al lavoro del team tecnico della startup di Dan, Net Market, Phil poté trasmettere in modo sicuro il numero della sua carta Visa al sito web di Dan. La transazione di 12,48 dollari fu completata ed il CD fu consegnato a Phil da FedEx, società specializzata in spedizioni espresse.
Un anno dopo nacquero Amazon ed eBay, due giganti che avrebbero cambiato le abitudini di acquisto di mezzo mondo e vertiginosamente accelerato la storia dell’e-commerce.
In 30 anni lo scenario si è evoluto molto e oggi farsi un ecommerce è accessibile anche a piccoli imprenditori che vogliano misurarsi nel commercio sul digitale. Ne esistono varie tipologie, ognuna delle quali con le sue peculiarità. Un recente studio di ecommerceitalia.info mostra le principali fonti dalle quali le aziende italiane producono fatturato in rete

  • E-commerce proprietario: 40%
  • Marketplace: 28%
  • Social Commerce: 13%
  • App mobile: 8%
  • Altro: 11%

I vantaggi dell’e-commerce

Sempre aperto. Gli e-commerce, a parte interventi di manutenzione programmata, sono disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo all’utente di usufruire della piattaforma quando gli risulta più comodo.

Velocità. Niente code alla cassa e attese per sapere se c’è in magazzino quella taglia di quell’articolo. Le pagine dei prodotti e le informazioni relative a descrizioni e disponibilità vengono caricate solitamente in pochi secondi (molto dipende dalla connessione di cui si dispone). La transazione in un ecommerce può essere completata con pochi click o tap, anche in meno di un minuto.

Ampia disponibilità. Il primo slogan di Amazon fu “la libreria più grande della Terra”. Questa affermazione nasceva dal fatto che era un sito di e-commerce e non un negozio fisico con spazi limitati. L’e-commerce permette di avere una grande quantità di prodotti che vengono spediti da uno o più magazzini. In questo modo i clienti trovano quasi sempre quello che stanno cercando.

Portata internazionale. Le aziende fisiche vendono ai clienti che visitano fisicamente i loro negozi. Con l’ecommerce le aziende possono vendere a chiunque sia connesso alla rete. In questo senso è una modalità di una portata potenzialmente enorme.

Costi inferiori. Pur dovendo affrontare costi di magazzino, di logistica e trasporto, un e-commerce non deve sostenere spese impegnative di gestione come l’affitto di una o più sedi, l’inventario e le casse.

Personalizzazione dell’offerta. I siti di ecommerce possono tenere traccia della cronologia di navigazione, di ricerca e acquisto di un visitatore. L’analisi di questi dati permette di clusterizzare il proprio pubblico e personalizzare il messaggio in base a specifici bisogni e comportamenti.

Gli svantaggi dell’e-commerce

Supporto in tempo reale limitato. In uno spazio fisico – nella maggior parte dei casi e senza difficoltà – è possibile chiedere ad un commesso informazioni sul prodotto o servizio. In un negozio di e-commerce la reattività è inferiore e questo influisce negativamente sulla decisione di acquistare. Non a caso spesso si ricorre ad attività di remarketing per “ricordare” al cliente che ha lasciato degli articoli nel carrello.

Esperienza limitata col prodotto. Nonostante che la tecnologia stia cercando di limitare il disagio del cliente ricorrendo alla realtà aumentata e all’intelligenza artificiale, tuttavia toccare, odorare, assaporare restano fondamentali per conoscere ciò che esiste fuori di noi. Obiettivo della tecnologia è di dare all’utente la sensazione del contatto fisico pur trattandosi di un contatto virtuale e con questo avvicinare l’utente al negozio virtuale.

Tempi di attesa. In un negozio fisico, i clienti pagano il prodotto e se lo portano a casa. Con l’ecommerce i clienti devono aspettare che il prodotto venga consegnato. Non è la stessa cosa, anche se le spedizioni sono sempre più veloci.

Sicurezza. Gli hacker esperti possono creare siti web che all’aspetto appaiono gli originali di brand noti. Nella realtà succede che il sito manda al cliente imitazioni o semplicemente ruba i dati della sua carta di credito. Anche i siti veri di e-commerce possono incorrere in qualche rischio, soprattutto se il cliente archivia presso il venditore i dati della propria carta per facilitarsi gli acquisti futuri. Se il sito viene violato, gli autori entrano in possesso dei dati della carta e ovviamente possono servirsene. Una violazione di dati sensibili porterebbe un danno grave alla reputazione del rivenditore.

Modelli di business di e-commerce ed esempi:

  • B2B (business to business): transazioni online fra imprese. Tradekey, portale globale di import-export, ne è un esempio;
  • B2C (business to consumer): transazioni online fra impresa e consumatore finale. Zalando ne è un esempio;
  • C2C (consumer to consumer): transazioni online fra consumatori finali. Vinted ne è un esempio;
  • C2B (consumer to business): transazioni online tra consumatore finale e impresa. Una bacheca con annunci di lavoro è il primo esempio di C2B;
  • B2A (business to administration): transazioni online fra impresa e pubblica amministrazione. Una piattaforma cloud come Accela permette la comunicazione tra agenzie governative per condividere dati;
  • C2A (consumer to administration): transazioni online tra consumatori e pubblica amministrazione. Ne sono un esempio i portali istituzionali che permettono di pagare i tributi o prenotare un appuntamento.

TORNIAMO ALL’ELENCO

PASSIAMO ALLA PROSSIMA

PAROLA

PAROLA