Commodity:
definizione, significato ed esempi
Commodity è un termine inglese entrato in uso nel XV secolo, derivato dal francese “commodité” (“ottenibile facilmente”), che si riferisce a merci o materie prime che il mercato richiede ma che, non avendo caratteristiche proprie distintive, sono sostituibili indipendentemente da chi e da dove si producono.
Commodities sono i prodotti agricoli e le carni di allevamento, che rientrano nella categoria soft commodity, mentre le materie prime estrattive ed energetiche sono classificate come hard commodities.
Il mercato delle commodities è fatto da merci facilmente stoccabili, fungibili e negoziabili che sono scambiate a prezzi standard, senza differenze per qualità, luogo di provenienza, costi di produzione o altro.
Il prezzo delle commodities viene fissato sulle piazze internazionali tenendo conto di fattori come:
- il rapporto domanda/offerta;
- le oscillazioni del dollaro americano (che è la moneta usata nelle negoziazioni);
- la situazione geopolitica in cui si trovano i Paesi produttori;
- gli eventi naturali;
- i costi di trasporto.
Alcune commodities come:
- caffè,
- cotone,
- cacao,
- zucchero,
- argento,
- oro,
- petrolio,
- metalli,
- bestiame,
- grano
- cereali,
sono sottostanti dei commodity futures, contratti derivati con i quali compratore e venditore si impegnano a scambiarsi una certa quantità di merce – detta attività sottostante – ad una data prefissata e ad un prezzo già stabilito alla data della contrattazione.
Per estensione, diventa commodity il prodotto/servizio che non ha o non ha più caratteristiche proprie distintive e pertanto è assimilato a merce indifferenziata. I consumatori lo vedono come noioso e ripetitivo, lo giudicano soltanto utile e non attrattivo, e lo valutano esclusivamente in base al prezzo.
Però, nel gioco al ribasso, man mano che il prezzo di vendita si avvicina al costo, l’azienda rischia di non farcela. È logico quindi che cerchi di uscire da questa condizione percorrendo l’unica via possibile, quella della de-commoditizzazione, che consiste nel creare o ricreare nel mercato la percezione di fare prodotti unici e distinguibili attraverso una comunicazione efficace. In questo, le tecniche di marketing sono di importanza cruciale.
Per raggiungere lo scopo l’azienda dovrà lavorare sia sul prodotto che sul brand.
Sul prodotto:
- innovando le tecniche di produzione;
- migliorando la qualità;
- vestendo il prodotto di un packaging attraente.
Sul brand:
- presentandosi al proprio pubblico con caratteri specifici che migliorino la relazione con il cliente;
- incoraggiando il processo di identificazione del cliente con il marchio;
- aderendo a campagne di sensibilizzazione (ambiente, multiculturalità, sicurezza ecc.).
Esempio di commoditizzazione:
gli operatori di telefonia mobile, che offrono tutti più o meno lo stesso servizio, si rincorrono sul terreno delle offerte, magari limitate ad un certo periodo di tempo. A parità di prestazioni (giga, chiamate, sms) la scelta dell’utente andrà sulla proposta economicamente più conveniente.
Esempio di de-commoditizzazione:
MUTTI è un esempio di come una commodity, il pomodoro, è riuscita a diventare un marchio sinonimo di competitività economica e sostenibilità ambientale con alcune caratteristiche fondamentali: attenzione alla biodiversità e al consumo del suolo, all’uso di acqua ed energia, alla gestione dei rifiuti, ad un packaging sostenibile.
Sono solo alcune delle linee guida che l’Azienda si è data per produrre salse, concentrati, zuppe fresche e passate.