Quanto costa fare un sito web e perché bisogna averne uno
Se ti stai chiedendo quali sono i costi per creare un sito web, uno completamente nuovo o il restyling di quello piuttosto vecchiotto di qualche anno fa, ti diciamo subito che la spesa può oscillare da cifre irrisorie ad importi significativi, e che tutto dipende dalle finalità e dalla complessità del progetto.
Affrontare subito la questione di quanto costa farsi fare un sito web non avendo chiaro a che cosa debba servire è come menare fendenti al buio senza mai colpire l’avversario.
Perciò bisognerà decidere quale tipo di sito è lo strumento da realizzare più adatto per te. Se, ad esempio, stai organizzando un concerto in calendario fra 6 mesi, non ha senso sopportare il costo sito web che, superato l’evento, non ti servirà più a niente.
Così come, se hai un’impresa locale che non vende online, potrebbe essere comunque utile avere un sito adeguato al tuo business. Tra strafare e non fare, c’è fare con misura: “in medio stat virtus”.
Se hai in mente un progetto di ampio respiro e obiettivi ambiziosi che hanno bisogno di tempo per la realizzazione, allora avere un sito professionale ti servirà per:
- aumentare la notorietà del marchio (brand awareness) attraverso la presenza online h 24, 7 giorni su 7. Un sito è come una vetrina illuminata giorno e notte, con annesso ufficio di informazioni pronto a rispondere in qualunque momento alle richieste dei visitatori;
- intercettare nuovi clienti, anche se si trovano dall’altra parte del globo. Persone che fisicamente non incontrerai mai, ma che però esistono e forse stanno cercando proprio un brand come il tuo;
- guadagnare credibilità: già di per sé la presenza sul web legittima la tua attività. Se non ci fossi, semplicemente nessuno saprebbe di te e di quello che fai, se non quelli che ti conoscono per la vicinanza o per il passaparola;
- condividere informazioni, far conoscere novità e iniziative riguardanti i tuoi prodotti/servizi, aggiornare i contenuti, usare vie di contatto che ti rendano subito raggiungibile;
- favorire l’accessibilità alle informazioni da qualsiasi dispositivo, ad ogni utente ed in qualunque momento maturi in lui il desiderio di avere risposte;
- promuoverti con offerte speciali e annunciare eventi;
- interagire con i clienti rispondendo alle loro domande e assicurando assistenza tramite email, chat o form di contatto;
- vendere direttamente online se il tuo sito è un ecommerce;
- confrontarti con la concorrenza. Sapere come si comportano gli altri, in che cosa hanno successo e in che cos’altro no, ti darà informazioni preziose sulle contromisure da adottare per migliorare la tua offerta.
Ancora due parole prima di affrontare la materia articolata del prezzo sito web che, per quanto sia impegnativo, non garantisce di per sé l’incremento immediato e automatico delle vendite.
E aggiungiamo che:
- se il sito non nasce da un progetto;
- se non è ben posizionato;
- se non si avvale di aggiornamento costante;
- se non si mantiene coerente alle promesse;
- se non è sostenuto da contenuti di qualità;
- se… molto altro,
rischia di aver fatto spendere più che investire.
Soddisfatte queste condizioni, e alcune altre di cui parleremo in seguito, il sito ti servirà a far conoscere la tua impresa, in una parola ad “esistere” nello spazio infinito del mondo digitale.
Quanto costa fare un sito web professionale
Predisporre un listino con tariffe fisse non è possibile perché il prezzo varia da progetto a progetto: tanto per fare un esempio, il costo sito e-commerce è maggiore di quello di un sito-vetrina; avere pagine tradotte in cinese o arabo aumenta considerevolmente la spesa… Tutto dipende dalla complessità del progetto.
Alla domanda: quanto costa fare un sito web, la risposta è che sulla realizzazione pesano “enne” fattori. Di volta in volta, in base alle esigenze, alle aspettative del cliente e alle sue possibilità, noi di Ingigni ci preoccupiamo di “cucire” addosso all’impresa l’abito che più le si addice e di fare un preventivo chiaro e senza sorprese.
Il costo di un sito web costruito da zero con modelli grafici appositamente studiati parte da 2.500€ ed aumenta proporzionalmente alla complessità del progetto.
Alle funzionalità aggiuntive si può pensare dopo, man mano che il successo dell’iniziativa produce maggiori ricavi.
Queste che seguono, invece, sono secondo noi le voci di spesa necessarie:
- dominio;
- hosting;
- graphic design;
- contenuti;
- SEO;
- privacy e sicurezza;
- email marketing.
Nome a dominio
Avere un nome è il primo requisito per esistere nel mondo reale così come nel virtuale: sceglilo corto, facile da pronunciare, ricordare e scrivere.
Controlla che sia disponibile e poi registralo presso un’azienda affidabile, in modo che nessun altro possa utilizzarlo. Pensa che danno ti verrebbe se il tuo nome di dominio fosse usato da un sito che abbia attività opache o in tutt’altro settore merceologico.
Il nome è l’indirizzo della tua attività, quello che l’utente digita sulla barra degli indirizzi del browser. Il nome è seguito da un suffisso che indica l’area geografica o l’ambito di interesse del sito: il .it, per esempio, andrà benissimo per il mercato italiano, mentre il .org è adatto ad un’organizzazione.
Su Keliweb, ad esempio, un dominio .it costa 9,90 euro all’anno, al netto di eventuali promozioni.
Il .com – abbreviazione dell’inglese commercial- rappresenta un sito commerciale ed è usato da aziende che operano a livello nazionale ed internazionale.
Per estensioni come il .com e il .net su Hostinger si spendono da 9,99 a 11,99 euro all’anno.
Su Aruba un dominio “.com” costa 6,99 euro+IVA il primo anno, 13,99 euro +IVA dal secondo anno.
Oltre alle estensioni classiche e più note, ci sono tanti nuovi domini generici di primo livello (gTld) come .club, .blog, .shop, .photos, .travel, .build, i cui costi, al netto di promozioni il primo anno, partono da un minimo di 12/13 euro all’anno.
I costi per creare un sito web aumentano quando si compra il dominio da un privato o su un mercato secondario: mediamente si parla di migliaia di euro ma si possono trovare valutazioni stratosferiche, da capogiro, di parecchi milioni: internet.com è stato venduto per 18 milioni di dollari!
Esistono siti web dedicati a comprare e vendere domini. Su Sedo, ad esempio, si può negoziare direttamente la compra-vendita oppure ricorrere all’assistenza di un broker.
Hosting
Decidere da subito quale web hosting si vuole usare significa determinare la reattività del sito, sia quando gli si aggiungono contenuti che quando viene cercato dagli utenti.
Considerato quanto costa un sito internet, viene spontaneo orientarsi verso soluzioni economiche rinunciando a quelle funzionalità avanzate a cui si accede solo a pagamento. Salvo poi pentirsene.
Queste sono alcune delle piattaforme che offrono servizi di web hosting:
- Hostinger,
- SiteGround,
- Keliweb,
- Serverplan,
- GoDaddy,
- Aruba.
“Hosting” è un termine inglese che rimanda al concetto di “ospitalità”. Si tratta dello spazio virtuale, per il quale pagherai un affitto, in cui vengono custoditi i file del tuo sito web.
Questi i requisiti che l’hosting dovrebbe avere:
- essere potente abbastanza da sostenere il peso delle visite, anche quando sono numerose e avvengono nello stesso momento;
- garantire tempi di caricamento veloci, altrimenti i visitatori se ne andrebbero e il posizionamento del sito ne uscirebbe danneggiato;
- essere sicuro, ben protetto da eventuali malintenzionati che volessero rubarti le credenziali, “bucarti” il sito o altro che non ti farebbe piacere.
Scelta la piattaforma, dovrai decidere fra hosting condiviso, hosting semidedicato o server dedicato e scegliere il provider che ti garantirà il servizio.
Qui di seguito, a titolo di esempio, ne indichiamo qualcuno e ti diamo qualche specifica in più sulle diverse tipologie di hosting.
Hosting condiviso: questo spazio è come un appartamento in condivisione, quello che prendono gli studenti fuorisede: ognuno ha la sua camera ma i servizi sono in comune. Fuori metafora, le risorse del server vengono spalmate tra più siti web. È la soluzione più economica che va bene per chi non ha troppe esigenze, per un blog o un piccolo sito web.
SiteGround, per un abbonamento di 12 mesi, costa 12,99 euro al mese.
Serverplan offre il piano annuale a partire da 24 € + IVA.
Hosting semidedicato: si tratta comunque di una macchina in condivisione (VPS), della porzione a te dedicata però puoi scegliere la configurazione in termini di RAM, CPU e spazio di archiviazione.
Vhosting offre il servizio con tariffe che partono da 150 euro all’anno, IVA esclusa.
Server dedicato: in questo caso il server è a disposizione di un solo sito web. Questa soluzione, evidentemente più costosa delle altre, assicura al cliente la possibilità di installare i servizi e i software necessari al suo sito senza condividere le risorse con altri siti.
GoDaddy ha piani che partono da 195,19 dollari al mese;
Aruba vende pacchetti da 49,90 euro/mese IVA esclusa.
Graphic design
La grafica: deve presentare i contenuti in modo semplice attraverso percorsi intuitivi e deve essere correttamente visualizzata su qualunque dispositivo: tablet, smartphone, pc o web tv.
Ci sono template preconfezionati messi gratuitamente a disposizione, per esempio, tra gli altri, da Wix e da Flazio. In questo caso si abbatte di molto il costo di un sito internet.
Su Themeforest puoi acquistare temi predefiniti da installare su WordPress con una spesa da 29 dollari in su.
Se volessi aprire un e-commerce, potresti dare un’occhiata alle offerte di Shopify che partono da 28 euro al mese.
Oppure puoi scegliere un site builder come Elementor pagando 59 dollari all’anno (per la versione premium), oppure Divi a 89 dollari all’anno, con molte possibilità di personalizzazione e ottimi effetti grafici. I prezzi sono più che accessibili e in questo si può vedere una convenienza.
Però attenzione: se non si rinnova l’abbonamento, l’azienda non manda più gli aggiornamenti del plugin e sospende l’assistenza premium. Alla lunga, questa situazione può portare ad incompatibilità con WordPress o con temi e plugin di terze parti. In più, sarebbe anche più a rischio la sicurezza.
Per quanto versatili e ricchi di funzionalità, i template preconfezionati sono pensati per tanti tipi di siti e per questo c’è molto codice non necessario, cosa che compromette svariati aspetti. In parte si può rimediare, ma è un’operazione piuttosto lunga e anche costosa.
Un sito customizzato invece nasce per quel prodotto, quella filosofia di vendita, quel pubblico destinatario, quel tipo di rapporto e quello stile di comunicazione. Tutto deve essere chiaro e coerente perché il visitatore decide in pochi secondi se la tua Home Page attira la sua attenzione: secondo gli esperti di usabilità del web, lo decide in qualche secondo. Ottenere subito attenzione è un vantaggio decisivo che ripaga lo sforzo di sostenere i prezzi sito web.
I contenuti: come devono essere?
- Originali, stimolanti, attinenti a quello che fai;
- costruiti su strutture sintattiche semplici;
- costantemente aggiornati;
- ottimizzati SEO con keyword efficaci;
- leggibili anche da chi non ha un visus da 10 diottrie;
- corredati da video e immagini di qualità.
Certo, sono parecchi gli aspetti di cui tener conto e, se ricorri ad un copywriter, questo comporterà un esborso in più che avrà un peso sui costi sito internet ma ne migliorerà le performance.
Investire su un copywriter professionista ha prezzi diversi a seconda del tipo di progetto e degli accordi fra le parti. Le tariffe di un articolo possono essere calcolate sul costo di ciascuna parola – ad esempio, 12/15 centesimi a parola con ottimizzazione SEO per un articolo di blog o per una pagina web – oppure sul costo orario di redazione oppure a corpo, in modo forfettario, per articoli di un certo numero di parole. Dipende appunto dagli accordi tra committente e professionista.
Ovviamente non possiamo ignorare l’intelligenza artificiale e la sua presenza sempre più massiccia. Facilita e abbrevia di moltissimo il lavoro, ma è pur sempre un lavoro standardizzato che non può essere trattato come sostituto dell’attività umana. Esistono strumenti di AI che creano testi in autonomia come, solo per citarne qualcuno:
- Jasper AI,
- CopyAI,
- ChatGPT,
- Hypotenuse AI (che supporta 26 lingue),
- Contents.com,
- Dall-E2 che crea immagini partendo da una descrizione testuale,
- Mid Journey,
- Fotor che traduce i testi in immagini.
SEO
È un acronimo che sta per “search engine optimization”, letteralmente “ottimizzazione per i motori di ricerca”: consiste nelle tecniche che fanno raggiungere un sito dai motori di ricerca e ne migliorano la posizione fra i risultati.
In altri termini: è l’insieme di pratiche che fanno la differenza tra stare nelle prime pagine di Google ed essere trovati, oppure finire relegati in quelle pagine che mai nessun utente avrà la pazienza di andare ad aprire. Da considerare che il 95% del traffico originato dai motori di ricerca parte da Google.
Fatto il sito, bisogna che gli utenti sappiano come arrivarci. Per fare un paragone, è come avere un negozio fisico venuto su in una zona nuova senza indicazioni stradali. Come si fa a trovarlo? Bisogna mettere i cartelli che indichino in quale direzione andare per arrivare al negozio.
Detto esplicitamente, bisogna adottare strumenti che facciano emergere il tuo sito da quell’immenso indistinto che è il web. A questo provvede appunto il consulente SEO che si occupa di:
- analizzare lo stato di salute del tuo sito web;
- studiare il mercato a cui ti rivolgi;
- valutare i tuoi concorrenti;
- pianificare gli obiettivi di business;
- individuare le parole-chiave;
- analizzare gli intenti di ricerca;
- elaborare la strategia SEO;
- monitorare i risultati…
- …e se occorre, suggerire come migliorare o modificare la strategia.
Su quanto costa un sito web professionale, l’ottimizzazione in ottica SEO ha un’incidenza che può variare in base ai servizi SEO richiesti. Un’ottimizzazione SEO on-site parte da 1000 euro una tantum in base a tipologia e dimensione del sito web. Un’attività di SEO-off-site ha bisogno di uno sviluppo di almeno dodici mesi da quantificare sulla base delle singole esigenze.
Se vuoi evitare questa spesa, almeno all’inizio, puoi provare a cavartela da solo con l’aiuto di strumenti come Google Keyword Planner.
Oppure puoi ridurre la spesa e diluirla in periodi più lunghi adottando, fra gli altri, strumenti come:
- SEOZoom che, dopo 15 giorni di prova gratuita, propone 4 abbonamenti a partire da 59 euro/mese+IVA;
- SEMrush che, dopo una settimana di prova gratuita, offre piani che hanno costi a partire da 129,95 dollari al mese.
Il mercato offre un ampio ventaglio di scelte a seconda che il piano serva ad un sito aziendale, ad un professionista con un modesto portafoglio di clienti, ad una web agency o ad una grande azienda. I costi aumentano in proporzione al numero di keyword monitorabili, al numero delle pagine scansionabili, ai progetti inclusi ecc.
Privacy e sicurezza
Sono le due facce della stessa medaglia: un sito che protegge i propri dati, protegge anche la privacy degli utenti con cui ha rapporti.
Dal Threat Intelligence Report dell’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia, risulta che in Italia, tra aprile e giugno 2023, contro la sicurezza si sono verificati 672 casi a fronte dei 308 del trimestre precedente. Di questi, le violazioni della privacy sono state 21 contro le 12 del trimestre precedente.
Nel giugno 2023 UnipolSai ha pubblicato uno studio che denuncia come gli attacchi informatici producano sulle aziende un effetto negativo di tipo sia economico che reputazionale: interruzione delle attività (o rallentamento); costi per ripristinare il normale funzionamento; perdita di credibilità agli occhi del pubblico; sanzioni; spese legali; pagamento di un riscatto quando ad essere presi in ostaggio sono le reti e i dispositivi; furto di dati sensibili sia dell’azienda che dei clienti.
Per quanto riguarda in particolare la privacy policy, dal 25 maggio 2018 si applica in Italia e in Europa il Regolamento per la protezione dei dati personali numero 679 del 2016, noto come GDPR (General Data Protection Regulation).
Riguardo alla sicurezza, sono essenziali alcune azioni:
- avere un certificato SSL per crittografare le informazioni che intercorrono fra te e i tuoi utenti;
- alloggiare in un hosting affidabile;
- aggiornare il sito con l’ultima versione del software e dei plugin utilizzati;
- adottare password complesse;
- fare backup regolari del database, dei contenuti e dei file del sito.
Le attività sono molteplici e vanno ad incidere su quanto costa creare un sito internet e mantenerlo.
Email marketing
È una comunicazione automatizzata di tipo soprattutto commerciale che viene inviata ad una lista di utenti iscritti alla newsletter. Gli obiettivi sono fidelizzare chi è già cliente e conquistarne di nuovi.
Il 9% degli investimenti in marketing delle imprese italiane passa dall’email marketing ed è un trend in crescita.
Quindi l’email marketing, pur non essendo necessaria, è fortemente consigliata.
Ci sono in commercio diversi software per l’email marketing, alcuni gratuiti, altri a pagamento quasi sempre dopo un periodo gratuito di prova.
I piani gratuiti offrono servizi base con delle limitazioni, e possono andare bene per blog e siti giovani con pochi contatti.
Le piattaforme più sofisticate e ricche di funzionalità sono adatte ad attività che abbiano già un proprio pubblico e disponibilità di spesa.
VOXmail, ad esempio, è gratuita ma con la limitazione di 15.000 email al mese a 2.500 iscritti; diventa a pagamento nell’edizione Flat che stabilisce il canone sul numero degli utenti iscritti e parte da un costo mensile di 11,67 euro al mese.
E ancora, tra le altre:
- GetResponse,
- Brevo (ex Sendinblue),
- MailUp,
- Mailchimp,
- AWeber,
ciascuna con funzionalità aggiuntive e prezzi variabili.
Costi di manutenzione e aggiornamento di un sito web
Nel preventivo dei costi di un sito web vanno considerati quelli per la manutenzione, che è una pratica fondamentale per garantire la sicurezza e il buon funzionamento del sito, oltre all’esperienza positiva dei tuoi visitatori.
Ci sono attività di controllo che andrebbero fatte ad intervalli brevi:
- verificare che ogni pagina non restituisca codici di errore;
- individuare i link che non funzionano;
- eseguire aggiornamenti regolari del software;
- controllare che i backup automatici funzionino correttamente;
- intervenire su eventuali problemi di sicurezza, malware ed errori;
- assicurarsi che il sito sia visibile con strumenti tipo Google Search Console, Google Analytics e simili.
I costi di manutenzione variano a seconda dei costi delle operazioni di controllo sul sito e in relazione al tipo di sito.
Si spenderà una cifra tra 20 e 50/60 euro al mese per manutenere un blog o un sito che abbia meno di 100 visite al mese; la spesa arriverà a 120/150 euro al mese per un blog o un sito che stia sotto le 1.000 visite al mese e non faccia pubblicità; il costo per un sito oltre i 1.000 visitatori può arrivare ai 300 euro al mese.
La manutenzione di un e-commerce è tanto più costosa quanto più complesso è il sito, maggiore è la quantità di prodotti in vendita, il numero delle transazioni ecc. I costi oscillano fra 30 a 1.000 euro al mese.
Costi di un sito web: meglio un CMS proprietario o un open source?
CMS, acronimo di “Content Management System”, si chiama un software che permette di inserire, gestire e modificare i contenuti di un sito dinamico anche a chi non conosce linguaggi di programmazione.
Sono definiti contenuti un testo, un video, un’immagine o un file audio.
Una prima classificazione distingue tra CMS specializzati, adatti ad un particolare tipo di contenuti come un blog o una rivista, e quelli generici che vanno bene per qualunque contenuto.
Una seconda catalogazione distingue i CMS proprietari dai CMS open source.
CMS Open Source
Sono software realizzati da più sviluppatori che consentono a tutti di accedere al codice sorgente. Il sistema più conosciuto e utilizzato è WordPress: il 43% dei siti a livello mondiale è costruito su questa piattaforma.
Seguono Joomla e Drupal. Per i siti e-commerce si aggiungono WooCommerce, Virtuemart se la piattaforma è Joomla, Prestashop, Shopify, Wix, Magento.
Quanto costa un sito e commerce utilizzando un open source? Se sai fare da solo e hai in mente un negozio molto piccolo, potresti cavartela con meno di un migliaio di euro.
Gli open source hanno funzionalità base che si possono incrementare attraverso lo sviluppo dei plug-in, cioè segmenti di software che, una volta installati sul sito, assolvono compiti specifici.
A livello grafico, per ogni CMS esistono modelli, chiamati “template”, che abbreviano di molto i tempi per la pubblicazione del sito.
I template e i “plugin” gratuiti hanno limitazioni che in gran parte vengono risolte da quelli a pagamento.
I vantaggi sono molteplici: economicità, facilità di uso, libertà di gestire in proprio i contenuti del sito e di cambiare in qualunque momento agenzia o sviluppatore.
Ma, come in tutte le cose, c’è il rovescio della medaglia:
- gli open source si dimostrano più vulnerabili ad eventuali attacchi;
- le troppe informazioni possono appesantire il lavoro del server e compromettere funzionalità e posizionamento.
Si può in gran parte rimediare, ma sono operazioni che richiedono tempo e risorse.
Un CMS open source, per definizione è gratuito, ma non completamente. La totale gratuità è garantita soltanto se sottoscrivi il piano gratuito tramite WordPress.com.
Ma se implementi il tuo sito web con il codice gratuitamente disponibile su WordPress.org, questo ti costerà intorno ai 60 euro all’anno tra dominio e hosting.
Ovviamente se hai bisogno di più spazio, di più sicurezza o di più domini con relative estensioni, spenderai di più.
Se hai le giuste competenze, puoi installare e configurare WordPress da solo, magari aiutandoti con uno dei numerosi tutorial pubblicati in rete. Se sei esperto, ti basterà una giornata di lavoro, al netto ovviamente dei contenuti e di tutto quanto c’è in un sito.
Se invece ti stai chiedendo quanto costa un sito web wordpress, da noi di Ingigni, per una configurazione di base, devi preventivare una spesa da 1.000 euro in su, a seconda che siano già incluse le misure di sicurezza e una serie di altri servizi. Per uno sviluppo personalizzato, come già anticipato, la spesa complessiva sarà il risultato di un’attenta analisi delle esigenze del caso specifico.
CMS proprietario
In questo caso il software è realizzato dallo sviluppatore o dall’agenzia che rimangono solitamente proprietari del codice sorgente. Si tratta quindi di un codice non accessibile a chiunque, più difficile da modificare e pertanto più sicuro. Dal momento che l’intero codice non è di pubblico dominio, sarà più difficile andare ad individuare i punti deboli per poi sabotare il sito.
Però, anche qui c’è un però, anzi ce n’è più di uno:
- qualunque modifica al sito, per piccola che sia – cambiare una foto o sostituire un testo, ad esempio – può costringe a chiedere l’intervento dell’agenzia, e questo ha un costo;
- se il titolare del CMS viene meno, il committente perde tutto;
- se il committente vuole affidarsi ad un’altra agenzia, perde tutto (o quasi) lo stesso e deve ripartire da zero;
- in genere un CMS di questo tipo non è pensato in ottica SEO, a meno che non l’abbia realizzato una web agency che al suo interno abbia competenze diverse, e quindi anche un consulente SEO.
Su quale dei due tipi di CMS cade la scelta? Come sempre dipende da fatti oggettivi e da motivi personali, dal budget disponibile e dalle tue priorità.
Se hai un progetto, dei dubbi, delle domande, contattaci e parliamone insieme. Ci farà piacere poterti essere di aiuto nella costruzione del tuo business!