Il content marketing è l’attività di progettazione, produzione e condivisione di contenuti – articoli, post social, video.. – allo scopo di creare valore attorno a un brand e influenzare le decisioni d’acquisto del pubblico target.
Se il marketing basato sull’interruzione è un metodo tradizionale rivolto ad un pubblico ampio e non segmentato, fare content mktg ha una rilevanza strategica perché il vecchio modo di porsi ha perso efficacia.
Per non rimanere indietro bisogna capire non solo perché attivare questo processo ma anche quali sono gli step da seguire per creare una strategia vincente di content marketing online.
Perché investire nel content marketing? Ci sono una serie di benefici tra i quali:
- aumento della notorietà del brand;
- maggiore visibilità organica che attira traffico qualificato;
- dimostrazione di competenza che genera fiducia;
- costruzione di autorevolezza nel settore;
- maggiore engagement sui social media;
- alto rapporto costo-efficacia nel lungo periodo;
- aumento della durata della relazione tra brand e clienti (LTV).
Cos’è il content marketing?
È l’insieme delle attività che l’azienda promuove per raccontarsi creando e distribuendo contenuti di valore capaci di attirare, coinvolgere e fidelizzare il pubblico target.
Formare attorno al marchio una lead generation significa avere voce e autorevolezza in un panorama altrimenti saturo di offerte indifferenziate.
Questa attività fa parte di una visione più ampia, quella di inbound content marketing, una strategia che mira ad attrarre potenziali clienti proponendo contenuti rilevanti, anziché cercare di intercettarli con messaggi di marketing invasivi.
L’obiettivo è creare relazioni di fiducia con il pubblico e guidarlo attraverso il funnel di vendita, concetto che avremo modo di approfondire in seguito.
Il content marketing sta incontrando un favore crescente fra le aziende perché ha dimostrato di essere efficace nell’incrementare sensibilmente sia la brand awareness che la brand reputation.
Non solo: una strategia efficace permette anche di creare engagement con i clienti, generare lead e, di conseguenza, aumentare le vendite.
Ciò vale sia in ambito B2B (business-to-business) che in B2C (business-to-consumer), anche se con alcune differenze che a breve chiariremo.
Se il content marketing è la strategia, viene spontaneo chiedersi qual è il suo elemento fondante: cosa si intende, quindi, per content?
Bill Gates nel 1996 ha detto una frase che ha fatto storia: “Content is King”.
Se è vero che i contenuti pubblicati sul web possono accrescere la reputazione e conferire autorevolezza al brand, allora è necessario che questi contenuti siano di qualità.
Il content, il contenuto di qualità, è quello scritto da autori qualificati, che hanno il necessario expertise sull’argomento trattato e sanno come guidare il potenziale cliente alla soluzione del suo problema.
Il content deve essere in grado di attirare il target, convincerlo a contattarci e poi a comprare il nostro prodotto/servizio assicurandogli che questa è la scelta migliore che possa fare. Così l’interesse per qualcosa diventa una transazione di vendita, e con ciò si completa la mutazione da lead a cliente.
La storia del content marketing: cenni ed esempi
Il content marketing non è certo una novità di questi tempi. Secondo il Content Marketing Institute la genesi risale al 1732. Benjamin Franklin, politico e scienziato americano, pubblicò per la prima volta il suo “Poor Richard’s Almanack”, un almanacco annuale atto a promuovere la sua attività di stampa che pubblicò ininterrottamente dal 1732 al 1758.
Benjamin Franklin ed un’edizione del suo almanacco del 1733
Un altro cenno storico importante risale al 1895. In quell’anno La John Deere, azienda produttrice di trattori nata nel 1837, lanciò “The Furrow“, una rivista che forniva agli agricoltori informazioni utili e consigli su come diventare più produttivi, senza spingere direttamente verso l’acquisto dei propri prodotti. La rivista era a distribuzione gratuita.
Copertina del giornale per agricoltori “The Furrow” di John Deere del 1900
Un altro esempio sorprendente fu la creazione della guida Michelin nel 1900. La guida (soprannominata anche “guida rossa” visto il colore della copertina) conteneva istruzioni su come cambiare una ruota, forniva un elenco delle stazioni di servizio e, naturalmente, mappe ed itinerari. Col diffondersi dell’automobile divenne presto una risorsa immancabile in ogni automobile. Per vent’anni fu distribuita a titolo gratuito…
Ristampa della guida Michelin del 1900
Questi esempi dimostrano come il principio fondamentale del content marketing – creare e distribuire contenuti di valore per attirare e mantenere un pubblico – sia un concetto ben radicato nella pratica commerciale evolutosi negli anni ma sempre fedele alla sua essenza: stabilire una connessione con il proprio pubblico al di là della semplice transazione commerciale.
Perché fare content marketing è importante?
La pubblicità intesa come mezzo di persuasione oggi ha perso di efficacia. Le tecniche di marketing tradizionali orientate al prodotto hanno causato nell’utente un sovraccarico di informazioni che demotiva ed allontana.
Per riavvicinarlo al mercato bisogna che l’attenzione si sposti dal prodotto al fruitore e alle sue aspettative; bisogna che l’utente si senta valorizzato e che dall’altra parte ci sia qualcuno che lo valorizzi.
Per questo è nato il content marketing, il cui scopo è quello di instaurare una relazione duratura all’insegna della reciproca soddisfazione.
Filtrare un messaggio pubblicitario diretto, ormai, è la prassi. Da qui l’esigenza di trovare una via diversa per arrivare al consumatore: attirare il suo interesse e far sì che sia lui a fare una scelta consapevole di acquisto.
Lo stesso vale per il mondo B2B: se una volta gli affari venivano conclusi con una serie di telefonate a contatti presi da un registro di potenziali clienti, oggi non funziona più così. Anche qui, la decisione di acquisto arriva al termine di un processo informativo autonomo.
Fare content marketing, quindi, ti permette di farti trovare all’interno di questo processo e di dimostrare al tuo target che sei tu la migliore soluzione per le sue necessità.
Qual è l’obiettivo del content marketing?
Fare content marketing ti permette di entrare in contatto con i tuoi potenziali clienti. Come? Con i contenuti che proponi attraverso il tuo sito o attraverso i tuoi canali social.
Per raggiungere lo scopo avrai bisogno di figure specializzate come l’esperto di SEO copywriting che crea contenuti capaci di posizionare il tuo sito sui motori di ricerca, e il social media manager che sui social applica la strategia migliore per creare la giusta relazione con il tuo pubblico.
Per “contenuti” non si intendono soltanto il blog o la pagina Instagram. In “Introduzione alla semiotica dei nuovi media” di Giovanna Cosenza (Laterza-Bari, 2014), è definito testo un racconto, un dipinto, un contenuto audio o multimediale ecc. In una definizione ampia che li ricomprenda tutti, è testo “qualunque porzione di realtà dotata di significato per qualcuno…”.
Di conseguenza nel nostro elenco dobbiamo aggiungere:
- ebook;
- video;
- infografiche;
- report;
- e molto altro ancora.
Obiettivo del content marketing è certamente quello di aumentare le visite al tuo sito e vendere, ma non solo, perché non sempre si tratta di obiettivi misurabili in maniera analitica.
Abbiamo già parlato di brand awareness. Ecco, migliorare questa dimensione passa da un’attività di storytelling – in italiano diremmo “di affabulazione” – costruita su contenuti che hanno il potere di coinvolgere la sfera emotiva di chi legge.
Lo storytelling non pubblicizza il prodotto/servizio ma racconta qualcosa di reale che riguarda il vissuto dell’azienda, della persona o del brand su cui è focalizzata la comunicazione.
Questo “sentore” di autenticità avvicina il pubblico facendolo partecipe di vicende che in realtà non lo hanno riguardato; lo scopo è quello di rendere il brand riconoscibile nel mare magnum dei competitor e permettere al tuo cliente di identificarsi con i tuoi valori.
Il cliente è il focus della strategia di marketing: l’attenzione, infatti, non è sul prodotto ma è su di lui e sulla creazione di una relazione duratura con lui, basata su engagement e mantenimento delle promesse. Obiettivo ultimo del content marketing, quindi, è la fidelizzazione o lead nurturing, in un rapporto che non si esaurisca con la vendita del prodotto.
Perché? Non solo per vendere nuovamente a coloro che sono già tuoi clienti ma anche per creare advocacy, cioè rendere i tuoi clienti i tuoi portavoce all’interno della loro rete di contatti.
Content marketing B2B e B2C: le differenze
Esiste una differenza tra la strategia di marketing contents B2B e quella B2C. Entrambe le strategie mirano a sviluppare la brand awareness ma avendo in mente risultati differenti:
- per l’ambito B2B è la lead generation, la creazione di contatti di valore, cioè che riguardino persone realmente interessate a ciò che proponiamo. In questo caso si può scegliere di attuare una strategia con contenuti tecnici, scritti in tono formale e pubblicati su canali settoriali (come LinkedIn). Obiettivo parallelo è farsi notare dai competitor, comunicando la propria intenzione di voler diventare leader di settore;
- per l’ambito B2C è l’engagement, il coinvolgimento del pubblico che, stimolato sul piano emozionale, è invitato ad interagire (hai presente i like e i commenti sui social?). Qui si punta ad una raccolta di consensi la più ampia possibile; la “raffinazione”, diciamo così, avviene in un secondo momento e con altri strumenti, ad esempio tramite contatto diretto.
Nel content marketing B2B, si tende a valorizzare risorse più analitiche come white paper e webinar, mirati a mostrare la competenza e veicolare decisioni informate tra professionisti. Nel B2C, strategie come campagne d’influencer marketing e contest social stimolano l’engagement che fa leva maggiormente sull’emotività che spinge alla condivisione, puntando a massimizzare la visibilità e l’interazione immediata dei consumatori. Anche contenuti interattivi come quiz o sondaggi sono spesso adottati per stimolare l’interazione con gli utenti.
Come si fa content marketing?
Non parliamo prettamente di strategia: a quella dedicheremo un paragrafo a sé.
Qui vogliamo capire come deve essere strutturato un messaggio per raggiungere il target attraverso contenuti coinvolgenti ed efficaci, due qualità essenziali nella comunicazione pubblicitaria.
L’efficacia dipende da quanto il contenuto è adeguato ad informare, a rispondere ad una domanda, a fornire la soluzione ad un problema.
Usando Google avrai notato che, tra i suggerimenti di ricerca, spesso trovi combinazioni che iniziano per “come…? Non è un caso: dimostra che la maggior parte degli utenti ha bisogno di risposte chiare ed esaustive. Offrire queste risposte conferisce autorevolezza: il tuo potenziale cliente inizierà a vederti come esperto qualificato e si convincerà di potersi affidare a te per risolvere il proprio problema.
Non commettere l’errore di pensare che, dando risposte ai tuoi potenziali clienti, li persuaderai che non avranno più bisogno di te: anni di studi di marketing dimostrano esattamente il contrario.
In alternativa ad una linea editoriale informativa puoi scegliere di percorrere la strada del coinvolgimento.
Intrattenere il tuo lettore significa creare un rapporto con lui sul piano emotivo. Pensa all’empatia che si può creare anche solo facendo conoscere il tuo viso o quello dei tuoi collaboratori.
Come si intrattiene una persona? Raccontando una storia che abbia un protagonista, un luogo, un tempo, un ostacolo, delle azioni e, alla fine, la soluzione. La storia può non esaurirsi in un singolo contenuto ma svolgersi in più contenuti secondo un piano editoriale appositamente studiato.
L’obiettivo è spingere il lettore ad immedesimarsi nella situazione e ad empatizzare con il protagonista, che poi sei tu e ciò che stai proponendo.
Ultimo consiglio ma non meno importante: bisogna puntare sulla qualità. Pubblicare con un’elevata frequenza è sì segnale di presenza ma, al tempo stesso, rischia di dare vita ad un piano editoriale ridondante, noioso e senza valore aggiunto: se l’utente si trova davanti a contenuti ripetitivi si annoia e lascia perdere chi li pubblica.
Essere presenti, perciò, è importante ma conta più il come del quanto.
La piramide del content marketing
Non tutti i contenuti hanno la stessa valenza e ogni contenuto si adatta a situazioni specifiche.
La piramide del content marketing (content marketing pyramid) è un modello nato proprio per categorizzare i contenuti: è un approccio pratico che permette di pianificare e organizzare i contenuti nel corso del tempo, in risposta alle esigenze del mutevole panorama del marketing digitale.
Modello della piramidale del content marketing
I contenuti possono quindi essere definiti, in ordine di importanza:
- base della piramide – i cosiddetti core-content sono contenuti originali, completi e articolati, con un elevato grado di complessità. Vengono creati in seguito ad uno studio approfondito da parte del copywriter e sono in genere testi evergreen correlati al core-business dell’azienda. Fanno parte di questa categoria, ad esempio, i libri. Nella dimensione digitale, guide approfondite o ebook scaricabili previa compilazione di un form, sono già di per sé attività di lead generation;
- centro della piramide – qui troviamo contenuti derivati, sempre legati a quelli della base ma che approfondiscono o raccontano dettagli degli argomenti già trattati. In questa fascia, la più ampia, spaziamo dai post nei blog ai white paper passando per infografiche e webinar.
- vertice della piramide – sono i contenuti più coinvolgenti e semplici nella struttura (come l’attività sui social media); contengono spesso call-to-action dirette e hanno una frequenza di pubblicazione maggiore. Qui l’intento promozionale trova la massima espressione.
Ovviamente un piano di content marketing completo deve includere tutte queste tipologie di contenuti, assicurando però che tutti i messaggi siano coerenti tra loro per rispettare la reputazione e i valori aziendali.
Tipi di content marketing
Il marketing dei contenuti spazia tra tipologie molto diverse tra loro. Ogni formato soddisfa specifici obiettivi di marketing ed intercetta segmenti eterogenei di audience. Approfondiamo insieme i tipi più comuni e produttivi:
Blog post
Articolo dal blog di Salvatore Aranzulla
Gli articoli nel blog rappresentano una delle forme più efficaci di content marketing. Sono un fantastico viatico per raggiungere il proprio target e divenire autorevoli anche grazie all’opportunità SEO di conquistare i primi risultati delle SERP. Un blog permette ai brand di esprimersi in assoluta libertà e condividere risorse di valore ed approfondimenti.
Social media
Post di Sky TG 24 su Facebook
Con una popolazione digitale globale di quasi 5 miliardi di utenti, i canali social sono terreno fertile per i business che desiderano fare online content marketing. Piattaforme come Instagram, Pinterest, Snapchat, Tik Tok Facebook, Youtube, LinkedIn e X offrono arene digitali e media diversificati per coinvolgere direttamente gli utenti, rafforzando la loro connessione con il brand attraverso contenuti capaci di sensibilizzare e stimolare.
Ebook
eBook sul branding scritto da Ingigni
Spesso usati come lead magnet, gli ebook sono un formidabile strumento che permette di far scaricare una risorsa preziosa in cambio della email dell’utente.
Un ebook può fornire informazioni, presentare dei casi di successo, spiegare come risolvere un problema specifico, aumentando l’affidabilità percepita e la notorietà del marchio. Noi, ad esempio, ti offriamo un vero e proprio libro elettronico sul branding, gratis.
Email e newsletter
Email di McKinsey & Company con news e informazioni
Quanto è preziosa l’autorizzazione ad entrare in casa di qualcuno? È una cessione di fiducia preziosa da maneggiare con cura che ti permette di entrare in relazione con l’utente ad un livello più intimo. Puoi usare l’email marketing per:
- dare il benvenuto ad un nuovo iscritto,
- raccontare storie più “private” per entrare maggiormente in connessione con la persona,
- condividere aggiornamenti,
- offrire sconti o benefit esclusivi agli iscritti,
- segmentare il pubblico e personalizzare i singoli messaggi.
L’email marketing continua a rivestire un ruolo centrale nelle strategie di comunicazione delle aziende. Trovi maggiori insights sull’email marketing nel report di GetResponse.
Video
Video ricetta dal blog di Giallo Zafferano
L’83% degli utenti è potenzialmente raggiungibile su YouTube. Basta questo dato per comprendere la portata del fattore video nel quotidiano delle persone.
Ricordi Felix Baumgartner quando grazie a RedBull si è lanciato verso la terra dalla stratosfera nel 2012? Tim Katz, direttore di YouTube, ha dichiarato che “nelle prime due settimane abbiamo avuto oltre 100 milioni di visualizzazioni dell’evento.
E ora, oltre 10 anni dopo, tutti i contenuti collegati al Red Bull Stratos hanno raggiunto quasi un miliardo di visualizzazioni complessive”.
Il video content marketing ti permette ormai di utilizzare questo tipo di media ovunque: sui social media, sul tuo sito web e sulle tue landing pages.
Podcast
Selezione per genere di Podcast dal sito Ray Play Sound
Il 25% degli utenti italiani ascolta podcast. Possono essere episodi in serie o puntate a sé stanti. Possono ospitare esperti, discutere di trend o formare su argomenti specifici. Accompagnano silenziosamente il quotidiano in un momento di pausa, durante uno spostamento o quando ciò che ci circonda ci annoia.
Familiarizzare con voci estranee magari distanti centinaia o migliaia di km, avvicina tremendamente gli utenti attraverso un percorso di brand content marketing, creando una forte relazione.
Meme
András István Arató, noto come ‘Hide the Pain Harold’ – imgur.com
Quante volte hai visto questo meme? András István Arató, divenuto celebre per il meme “Hide the pain Harold” è la più evidente rappresentazione di quanto potere di trasmettere messaggi complessi in maniera semplice e diretta hanno i meme.
Pungenti, ironici, sconvolgenti o informativi, i meme (soprattutto grazie ad azioni di social media marketing content) hanno una naturale capacità di diffusione.
Casi studio
Video della campagna Turn your back di Dove
Vuoi certificare la bontà della tua offerta? Un case study ti mette nella condizione di mettere “nero su bianco” le prove di quanto vale il tuo prodotto o servizio. Puoi offrire numeri, certificazioni o prove pratiche per raggiungere i tuoi obiettivi di business. In questo modo attrai l’attenzione, costruisci una tua credibilità ed incrementi la tua notorietà.
Un case study ha molte applicazioni. Può anche dichiarare una ferma presa di posizione da parte di un brand. Dove, ad esempio, con l’hashtag “turn your back” ha generato oltre un miliardo di visualizzazioni schierandosi contro i filtri digitali che distorcono la naturalezza dei volti a difesa della salute mentale e dell’autostima.
U.G.C. User Generated Contents
Feed di Instagram con video e commenti degli utenti
I contenuti generati dagli utenti sono un’autentica testimonianza della relazione tra il brand e i suoi clienti. Incoraggiando gli utenti a condividere le loro esperienze, le aziende possono avvalersi di questa forma di content marketing basata sulla forte leva della riprova sociale per aumentare la fiducia e la lealtà, trasformando i clienti soddisfatti in ambasciatori del brand.
Inoltre, incorporare l’UGC nella strategia di marketing significa aprire le porte a una comunicazione bidirezionale dove ogni feedback diventa un’opportunità di crescita e miglioramento.
7 step per creare una strategia di content marketing
Una strategia di content marketing efficace segue step precisi:
- definizione degli obiettivi;
- individuazione delle buyer personas;
- analisi dei competitor;
- definizione del funnel e del customer journey;
- scelta dei canali;
- progettazione, produzione e pubblicazione dei contenuti;
- definizione e misurazione dei KPI.
Ognuno di questi momenti ha un’importanza cruciale e va definito attentamente per assicurare l’efficacia della strategia.
Definizione degli obiettivi della content strategy
Non puoi definire ciò che devi fare senza aver prima definito dove vuoi arrivare.
Ovviamente gli obiettivi della strategia di content marketing devono essere coerenti con quelli aziendali, che dovranno essere chiari da subito: chi siamo, cosa facciamo, dove vogliamo arrivare e come, cosa offriamo in più rispetto alla concorrenza.
A seconda di ciò che vorrai raggiungere, quindi, dovrai orientare la tua strategia verso obiettivi di brand awareness e brand reputation, lead generation e nurturing, engagement o altri ancora.
Serie di obiettivi in una strategia di web content marketing
Individuazione delle buyer personas
Adesso è il momento di capire chi è il tuo pubblico. Le buyer personasdefiniscono il profilo del tuo cliente ideale.
La tua attività di content marketing dovrà quindi essere mirata a informare e/o a coinvolgere classi specifiche di persone fornendo contenuti in linea con le loro necessità. Ciò significa che dovrai essere in grado di dare loro le risposte che cercano e di interagire usando un codice comunicativo vicino al loro. Pensiamo alle variabili socio-demografiche, ad esempio: dovrai adattare il linguaggio, i modi di dire, l’uso delle emoji e via dicendo.
Ovviamente potresti avere a che fare con diverse tipologie di buyer personas e, in questo caso, dovrai creare una strategia di content marketing versatile e adatta ad ognuna di esse.
Accanto ai potenziali clienti, potresti aver bisogno di rivolgerti anche ai tuoi stakeholder, cioè a tutti coloro che sono interessati a vario titolo alla tua attività: fornitori, collaboratori, dipendenti. Anche loro sono importanti per la tua attività!
Rappresentazione semplificata di buyer personas
Analisi dei competitor e S.W.O.T. analysis
Per capire dove posizionarti e come presentarti alla tua audience, è importante capire come si muovono i tuoi concorrenti.
Lo strumento più adatto a capire dove si trova attualmente la tua azienda è la SWOT Analysis, che definisce:
- strengths – punti di forza;
- weaknesses – punti di debolezza;
- opportunities – opportunità;
- threats – minacce.
Grazie a questa analisi conoscerai lo spazio in cui ti stai muovendo e potrai definire le azioni più opportune per evitare le criticità e cogliere le occasioni di crescita.
I 4 punti dell’analisi SWOT
Definizione del funnel e del customer journey
Funnel di vendita e customer journey sono due concetti strettamente correlati.
Possiamo definire customer journey il viaggio, cioè il processo, che parte dalla presa di coscienza del problema da parte del cliente e arriva all’acquisto di ciò che gli offri.
L’obiettivo è capire in quale fase stai intercettando il potenziale cliente, così da poter definire come presentarti perché preferisca te agli altri.
In pratica, a seconda della fase in cui entri in contatto con lui, dovrai strutturare il funnel in maniera diversa, fornendogli contenuti che si adattino allo stato in cui si trova in quel preciso momento.
È grazie al funnel, infatti, se si passa dalla fase di intercettazione delle tue buyer personas al processo di acquisto.
Il customer journey si sviluppa in 3 momenti principali:
- consapevolezza (o awareness) – il potenziale cliente capisce di avere un problema o di trovarsi davanti ad un’opportunità. Non ha ancora confidenza con il tuo brand, quindi dovrai mostrarti competente, autorevole e affidabile nel proporre soluzioni. Qui sono molto utili i contenuti di carattere informativo e divulgativo (articoli, approfondimenti, infografiche, …);
- considerazione (o consideration) – qui è dove il potenziale cliente si attiva alla ricerca di soluzioni e alla scelta della migliore possibile. I contenuti più efficaci sono quelli in grado di sottolineare i vantaggi di ciò che offri ma senza nascondere eventuali inconvenienti avvalendoti di comparazioni, guide how-to …;
- decisione (o decision) – in questa fase il potenziale cliente ha compreso cosa gli serve e vuole capire semplicemente da chi acquistare. Non basta quindi elogiare le caratteristiche del tuo prodotto ma bisogna sottolineare il valore aggiunto che sei in grado di offrire, come i servizi accessori o l’assistenza post-vendita.
3 fasi di un customer journey
Scelta dei canali di distribuzione
Scegliere i canali più adatti è cruciale per il successo della tua strategia di content marketing.
Ciò che devi fare è capire come arrivare al pubblico che hai individuato, analizzando ad esempio le abitudini di navigazione, i social preferiti e il genere di interazione.
Da ciò emerge una seconda necessità: in base al canale scelto dovrai adattare anche la tipologia di contenuti così che risultino coerenti. Pubblicheresti mai un post di 1.500 parole su Instagram (trascurando il limite di 2.200 caratteri per caption)? Ovviamente no, perché a farla da padroni qui sono i contenuti visuali, le foto e i video di pochi secondi, accompagnati da caption – didascalie – incisive e ad effetto.
Per concludere, se Bill Gates ha detto una verità inoppugnabile quando ha dichiarato che “Content is the king”, altrettanta ragione ha avuto Perelman aggiungendo “…but distribution is the queen”.
Pertanto servirà scegliere attentamente dove e come comunicare, distinguendo tra:
- owned media – il sito aziendale, le pagine social, i propri punti vendita …;
- earned media – le condivisioni da parte dei follower, gli articoli “spontanei” sulla stampa, che non sono la stessa cosa dei guestpost acquistati…;
- paid media – tutto il mondo dell’advertising, che include anche le inserzioni sponsorizzate su Facebook e Instagram, le Google Ads e altro.
Canali di distribuzione per il proprio content storytelling
Progettazione, produzione e pubblicazione dei contenuti
La progettazione dei contenuti passa dalla definizione di un piano editoriale.
Al suo interno sono illustrate le linee guida per la successiva produzione:
- obiettivi della strategia di comunicazione;
- target a cui sono destinati i contenuti;
- tipologia di contenuti e canali su cui pubblicarli;
- linee narrative definite con lo storytelling;
- frequenza delle pubblicazioni.
La produzione mette le linee guida a disposizione del copywriter che scriverà il contenuto più adatto al target individuato.
I contenuti dovranno essere:
- di tipo e formato adatti al canale;
- pertinenti e di qualità;
- affidabili;
- efficaci nel fornire soluzioni;
- differenti da quelli della concorrenza;
- coinvolgenti.
Un blog post, ad esempio, dovrà essere ottimizzato secondo i criteri SEO perché si posizioni bene all’interno della SERP di Google; un post social, invece, dovrà puntare prevalentemente su coinvolgimento emotivo e capacità persuasiva, diretta o indiretta.
Le pubblicazioni sono fissate dal calendario editoriale che riporta:
- data di pubblicazione;
- canale;
- elementi testuali ed eventuali altri visual;
- link correlati da pubblicare;
- ricorrenze ed eventi favorevoli al business da ricordare.
Razionalità e creatività nella realizzazione di contenuti
Definizione e misurazione dei KPI
L’ultima fase della strategia è quella di monitorare e analizzare i risultati.
Se hai messo in atto tutto ciò che abbiamo visto fin qui, questo vuol dire che stai facendo content marketing. Ma lo stai facendo nel modo giusto?
Per scoprirlo dovresti aver già programmato l’attività di monitoraggio e rilevazione periodica dei risultati ottenuti per sapere che cosa valutare e quando.
Il “cosa”, in termini tecnici, è definito KPI (Key Performance Indicator), cioè indicatore chiave di prestazione. I KPI servono a misurare l’efficacia della strategia scelta in funzione degli obiettivi prefissati.
Ad esempio ti fa sapere:
- quante persone hanno interagito con i tuoi contenuti;
- quanti follower hai ottenuto;
- qual è stato il volume di traffico generato da un particolare contenuto;
- quanto tempo l’utente è rimasto sulla pagina;
- quanti lead hai guadagnato;
- che tipo di lead sono;
- quale contenuto è stato a questo scopo il più efficace.
Google Analytics e Meta forniscono gli strumenti per ottenere questi risultati, che sono utilissimi ma non sufficienti perché vanno incrociati con gli obiettivi di budget, fondamentali per capire se la rotta è stata seguita, se è bene mantenerla o è meglio cambiarla.
Rappresentazione grafica dei KPI
SEO e Content marketing
In Italia la principale ragione d’uso della rete è il reperimento d’informazioni (ben il 73% del totale degli utenti italiani). Il 95% del totale del traffico di ricerca è nelle mani di Google e la fonte principale di scoperta dei nuovi brand rimane la ricerca organica. A questi dati, aggiungiamo che il 96.55% delle pagine non ottengono traffico dai motori di ricerca.
Distribuzione delle visite provenienti da Google (AhRefs)
In questo quadro il content marketing e la S.E.O. (Search Engine Optimization) generano un sodalizio ineguagliabile. La creazione di contenuti all’interno di una strategia atta ad ottimizzare sito web e user experience, permette di migliorare il ranking (di conseguenza la visibilità) nei motori di ricerca.
Il blog è una naturale fonte d’informazioni. L’adozione di parole chiave rispondenti agli intenti di ricerca, la creazione di risorse utili ed aggiornate funzionali al completamento del campo semantico oltre alla costruzione di una rete di link interni ed esterni, aiutano il brand nella sua strategia di crescita.
Ecco perché un consulente seo è determinante nel successo di una strategia di digital marketing di successo.
Libri sul content marketing
Phew, siamo arrivati in fondo. Congratulazioni!
In questo articolo sul content marketing abbiamo cercato di far passare due concetti fondamentali:
- offrire una panoramica ampia tramite una vera e propria risorsa da consultare e rileggere quando vuoi,
- si creano contenuti per cambiare qualcosa. Che le risorse siano atte a sensibilizzare, vendere o informare, il cambiamento – per natura – non lo accettiamo di buon grado tout court. Creare contenuti di valore nella società dell’informazione in cui viviamo non è solo utile al nostro business ma è un segno di rispetto nei confronti dell’altro. E l’altro lo percepisce.
Sul tema del content marketing ci sono tante pagine di libri che trattano l’argomento ed offrono approfondimenti importanti. Ecco altre risorse che ti arricchiranno:
- Come funziona il Content Marketing spiegato in modo semplice: Una guida per comprendere i principi del Content Marketing – Alessio Beltrami
- Content Marketing per liberi professionisti: Come passare dalla schiavitù professionale alla libertà grazie ai contenuti – Alessio Beltrami
- Chi ha paura del Content Marketing? 7 paure che bloccano professionisti e imprenditori nella produzione di contenuti – Alessio Beltrami
- Content Marketing d’autore: Come usare classici del passato per vendere nel mondo di oggi – Alessio Beltrami
- Scrivere per informare. Creare contenuti (non solo in ottica SEO) per giornalismo e blogging – Riccardo Esposito e Cristina Maccarrone
- (Sales) Letter Book – Robert Collier
- Content strategy. Le strategie di marketing attraverso contenuti, tecnologia e nuovi media – Giovanna Ferrero
Costruisci il tuo brand grazie al content marketing
Non vedere il marketing dei contenuti solo come un’opzione nel panorama del digital marketing; è un tassello molto importante che potenzia la visibilità del tuo brand e rafforza la relazione con il tuo pubblico. Non solo dimostra, in una società sempre più informata, la tua expertise e la tua esperienza ma forma il lettore, qualificando la bontà dello scambio futuro col lead.
Oltre a costruire la tua reputazione online, una strategia di content marketing ben strutturata permette di guidare l’utente attraverso il funnel di vendita, migliorando non solo l’engagement ma anche le conversioni.
Se desideri scoprire come il content marketing possa trasformare la tua strategia di business e costruire una presenza di marca autentica e di lungo termine, contattaci. Ti forniremo una consulenza personalizzata per ottenere tutte le informazioni utili ai tuoi obiettivi.